FanFinction: Supermike Capitolo 7

Ed eccoci al settimo capitolo della fanfiction interattiva su Supermike!

La volta scorsa ha vinto l’opzione 2: Supermike decide di tornare indietro e scendere a vedere cosa c’è nel seminterrato, approfittando del fatto che gli uomini di Zagor sono fuori a cercare lui.

CAPITOLO SETTE: IL PRIGIONIERO DI ZAGOR

Supermike esamina ancora il vicolo che lo separa dall’altro condominio. La finestra di fronte a lui è chiusa, ma quella più a sinistra è priva di vetri e di persiane.

Sfonda la porta della stanza con un calcio, ma non ha bisogno di fare lo stesso con quella della stanza a fianco, che è solo appoggiata sui cardini. Apre la finestra ed esamina il palazzo di Zagor tenendosi nell’ombra: ci sono due donne affacciate al piano di sopra, forse le stesse a cui ha invaso la stanza, prima. Aspetta per lunghissimi secondi, ascoltando gli uomini della gang che si avvicinano, poi finalmente le due donne rientrano. Ora non lo può vedere nessuno.

Prende più rincorsa possibile e si tuffa nella finestra aperta. Vola attraverso il vicolo, afferra lo stipite della finestra di fronte e si tira dentro con un agile volteggio, atterrando in un corridoio.

La fortuna lo assiste ancora: appoggiato sotto la finestra c’è un pezzo di cartone che doveva essere usato per tenerla chiusa. Lo rimette al suo posto, così gli uomini che raggiungeranno la stanza dove si trovava prima non capiranno dove è andato, e si incammina verso le scale tenendosi basso.

Tende l’orecchio, ma gli unici rumori che sente sono le voci di quelli che lo stanno cercando, in strada e nel palazzo di fronte. Infila le scale e scende di corsa, fino a che gli scalini non finiscono.

La porta si apre su un altro corridoio, uguale a quelli dei piani superiori se non fosse per le porte: anche alla misera luce della luna che filtra da alcuni lucernari è chiaro che queste porte sono nuove e robuste, oltre a mancare di un rettangolo intagliato all’altezza degli occhi: uno spioncino per sorvegliare i prigionieri e passare loro il cibo.

“Ma che gente ha bisogno di una prigione nel seminterrato?” pensa.

Passa rapidamente in rassegna le celle, guardando attraverso gli spioncini. La prima è vuota, nella seconda c’è un tipo con bei vestiti rovinati probabilmente rapito per chiedere un riscatto, vuota, vuota. Davanti alla quinta si ferma.

Sul suo volto si allarga un sorriso tale da illuminare la cella. Sente quasi scricchiolare le guance.

«Beh, devo dire che mi aspettavo qualcosa del genere. Come va, ex grand’uomo?»

Nella cella, uno Zagor dal volto tumefatto, coperto di lividi in tutto il corpo, con addosso la sua solita casacca rossa ma talmente malridotta da essere quasi irriconoscibile, con i capelli della lunghezza giusta, alza stancamente la testa.

Anche in quell’uomo legato e sconfitto, la visione del suo vecchio nemico provoca un moto di rabbia.

«Tu… Supermike!» il nome è quasi sputato attraverso le labbra spaccate. Strattona la catena che lega il suo polso destro al muro, poi si piega su sé stesso con un gemito. L’avambraccio è coperto di graffi, quasi scarnificato, dopo chissà quanti tentativi di liberarsi.

«Ti trovo in forma!»

«Vai… Al diavolo.» Zagor ha un accesso di tosse. «Cosa… Fai… Qui?…»

«Ti salvo il didietro, no? Piuttosto, dimmi: chi diavolo è il tipo di sopra che se ne va in giro con la tua faccia?»

Zagor scuote la testa, e il suo sguardo si perde nel vuoto.

«Lui… Sono io. È il mio doppelganger…»

«Che parolone! Questo l’hai sentito ad Altrove, perché non ci credo che è farina del tuo sacco, uomo dei boschi…»

«Lui è me… La mia Anima Nera… Lui è ciò che avrei potuto essere… Ciò che potrei essere…»

«Lascia perdere, ho capito. Tu no, ma io sì. Già Giordano Bruno nei suoi trattati di teologia postulò la teoria dei mondi multipli, e altri l’hanno ripresa in seguito, ma molti dei loro scritti sono talmente apocrifi che li puoi trovare solo nella biblioteca di Altrove… E immagino che tu non sia tipo da biblioteche, vero?»

«Che ne sai… Tu… Di Altrove?…»

«Sicuramente più di te. Ora però mi piacerebbe capire come mai questo tizio esiste in questo mondo…»

«L’artefatto…»

«Ah, allora esiste davvero. Stavo cominciando a pensare che fosse una scusa per liberare te. Allora, trattandosi di Altrove, posso immaginare che questo coso sia quello che ha permesso al tuo doppio di arrivare in questa versione del mondo.»

Zagor non risponde e china la testa, evidentemente confuso, forse dalla mancanza di cibo (difficile che nutrirlo sia la priorità), forse dalle botte, forse dal fatto di averle prese da una versione malvagia di lui stesso.

«Oltretutto,» borbotta Supermike tra sé e sé, mentre il suo viso si adombra «se tu sei qui, è quasi certo che Altrove abbia chiesto a te per primo di risolvere la situazione… Il che fa di me una seconda scelta.»

Supermike colpisce la porta con un pugno, pensando a come farla pagare a Jesse e Roberts. È per puro caso che si volta verso le scale, appena in tempo per vedere la scure volare verso di lui.

La schiva per un soffio con un colpo di reni, ma non sta lì ad aspettare che l’altro Zagor finisca di estrarre la pistola. Gli corre incontro e gliela fa saltare di mano con un calcio a mezz’aria, per poi colpirlo al viso con un pugno prima ancora di toccare a terra.

Zagor ha a malapena un sussulto, e reagisce con un montante che quasi stacca un orecchio a Supermike.

«Mi fai solo vento!» Supermike si fa sotto e colpisce Zagor allo stomaco, strappandogli un mugolio. Zagor risponde con un pugno che prende Supermike alla spalla. Lui asseconda il colpo facendo un passo indietro, poi alza una mano davanti a sé.

«Aspetta! Non qui! Non mi scontrerò con te in uno squallido corridoio in un sotterraneo. Andiamo fuori! Qui davanti, nella piazza! Dove tutti possano vedere come ti farò a pezzi! O non hai il coraggio?»

Zagor sorride, ed è il sorriso di uno squalo. «Andiamo fuori.» Si volta, e si avvia verso le scale.

Non visto, Supermike infila un piede sotto la scure caduta a terra, la fa saltare e la prende al volo.

FINE DEL CAPITOLO SETTE.

 

Qualche approfondimento:

Il titolo del capitolo è una citazione de “Il prigioniero di Zenda”, romanzo di Anthony Hope del 1894 adattato per il cinema ben sei volte, dal 1913 al 1979. Semplificando molto, parla di un re tenuto segregato mentre un sosia prende il suo posto sul trono.

Come ipotesi il multiverso, o le dimensioni parallele se preferite, è storia antica, si fa risalire addirittura a Talete di Milèto nel 600 a.C., ed era uno degli argomenti di discussione tra i filosofi greci.

Giordano Bruno, vissuto nella seconda metà del 1500, viene considerato un precursore della moderna teoria del multiverso, da lui espressa in diversi trattati di teologia. Difficile semplificare, comunque potremmo dire che lui credeva in un dio infinito, che in quanto tale avrebbe creato infiniti mondi. Per questo fu considerato eretico e messo al rogo dalla santa inquisizione.

Da un punto di vista più scientifico il concetto fu riproposto da Hugh Everett III nel 1957 ed è tutt’ora una teoria molto accreditata, seppur indimostrabile con il livello di tecnologia attuale.

E ora, scegliete!

OPZIONE 1: Supermike ha corso, saltato e lottato per tutta la notte, mentre lo Zagor alternativo è fresco come una rosa… E anche piuttosto ingenuo, visto che gli ha dato le spalle. Difficilmente riuscirebbe a batterlo, quindi lo colpirà con la sua stessa scure, e che vada a quel paese.

OPZIONE 2: Supermike è stanco e pesto mentre lo Zagor alternativo è fresco e vispo… Bene, almeno lo scontro sarà più equilibrato, gli sarebbe dispiaciuto stendere quel buffone troppo facilmente. Nel frattempo lancerà la scure attraverso lo spioncino della cella del “suo” Zagor, e che si liberi da solo, se ce la fa.

Continua…

Vai al capitolo 8