Fanfiction: SUPERMIKE capitolo 4

Al termine del capitolo precedente abbiamo avuto finalmente un risultato diverso dalla parità, era ora! La vittoria dell’opzione 2 era facile da prevedere, ma non mi aspettavo un risultato del genere… e invece qui abbiamo un plebiscito!
Quindi, la storia si svolge nell’universo narrativo classico, come se fosse pubblicata su un qualche speciale della Bonelli, e quindi anche alla notizia che Cico sarebbe morto noi continuiamo a essere tranquilli, sapendo che ciò non è possibile.
E ora andiamo avanti.

CAPITOLO 4

Fanfiction 4
Fanfiction 4

ARIA DI CASA

«Non è lo Zagor che conosco…»
«Non più, sicuramente.»
«Va bene, ammettiamo che sia come dite. Che cosa avete bisogno che faccia?»
«Lei ha già affrontato Zagor in passato, e nessuno quanto lei l’ha portato vicino a una sconfitta. Noi vogliamo che ripeta quell’evento. Una nuova sfida.»
«E perché mai?…»
«L’ascendente che Zagor ha sui suoi uomini è legato al suo carisma e alla sua aura di invincibilità. Sotto la sua ala ha riunito immigrati irlandesi, cinesi, del centro e dell’est Europa. Una truppa variegata che viene tenuta insieme da un capo forte. Sconfiggendolo in un duello in pubblico il suo ascendente verrà meno, e la sua banda si sfalderà non appena verranno fuori i rancori tra le varie etnie di cui è composta.»
«Senza contare» interviene Jesse, «che la gang rivale è composta sì prevalentemente da italiani, ma tra le fila ha anche moltissimi negri, che si sono uniti a loro solo per contrastare la banda di Zagor. È molto probabile che in seguito allo scioglimento della prima anche la seconda gang subirà la stessa sorte, rendendo l’intero quartiere più facilmente controllabile dalla polizia locale.»
«Uno scopo valido… se me l’avesse chiesto la suddetta polizia. Ma Altrove cosa c’entra?»
I due agenti esitano, poi Roberts riprende la parola. «Ecco… Poco tempo fa, alcuni elementi della gang degli Irlandesi hanno attaccato una carrozza che passava da queste parti. Sulla carrozza c’era anche un agente di Altrove che trasportava un artefatto molto antico… e molto pericoloso, nelle mani sbagliate. Questo artefatto, del quale Zagor sembra avere intuito l’importanza ma non l’uso, è tenuto all’interno di quello che è sia la sua dimora che il suo quartier generale, un condominio al centro dei Five Points. Il posto è più sorvegliato di un deposito bancario, vista la guerra tra bande in corso. Per arrivarci servirebbe l’aiuto dell’esercito, ma come le abbiamo già detto entrambe le bande hanno appoggi politici importanti quanto corrotti, e dobbiamo cavarcela da soli. Contiamo sulla sfida tra lei e Zagor come un diversivo per poter intrufolare un gruppo di uomini nel condominio e recuperare l’artefatto.»
Supermike annuisce lentamente. Si accorge solo ora che la carrozza si è fermata.
«Mi sembra poco convinto. La sfida che le stiamo offrendo non le sembra abbastanza stimolante? Nemmeno con il bonus di una buona causa?»
Supermike non risponde.
«C’è un altro motivo per cui siamo convinti che ci aiuterà. Questo posto significa qualcosa, per lei. Io non credo che le faccia piacere vederlo ridotto in questo stato. Provi a dare un’occhiata fuori…»
«Ah, un altro colpo di teatro, eh?»
Supermike scosta la tendina, immaginando già cosa vedrà.
«E infatti eccola lì!»
Spalanca lo sportello e scende, infilando le mani in tasca per proteggerle dal freddo e dall’umidità del mattino. Si ferma qualche istante a rimirare la casa dove è nato.
Ora è una specie di catapecchia, che sembra stare in piedi solo perché appoggiata ai due palazzi di tre e quattro piani ai suoi fianchi. Le poche persiane penzolano sbilenche, lasciando intravedere nient’altro che buio all’interno. I tre scalini all’ingresso sono coperti da una patina di zozzume incrostato dall’umidità. L’anta sinistra della porta è scomparsa, e la destra è malamente appoggiata allo stipite. I barboni che l’hanno scelta come rifugio negli anni avrebbero dovuto trattarla meglio, se avessero voluto evitare gli spifferi.
Roberts si sporge dalla carrozza. «Può fare un giro dentro, se vuole.»
«Se avessi voluto, l’avrei già fatto.»
Quel posto era sempre stato uno schifo. Ma i ricordi di un bambino sono diversi. E lui non riesce a ricordare altro che giornate di sole, giochi in strada con gli altri bambini, la mamma che lo chiama per il pranzo e papà che gli accarezza la testa quando tornava a casa, distrutto, dal lavoro. Prima della fortuna. Un’altra vita.
«Dannati teatranti…» Supermike rientra nella carrozza. «Va bene. Ma credete di potermi dare un giorno o due?»
Jesse e Roberts si scambiano un rapido sguardo. «Non più di uno. Temiamo che Zagor possa capire l’importanza dell’artefatto… oppure decidere di rivenderlo a chissà chi.»
«Non si affronta uno come Zagor a cuor leggero. Ho bisogno di sgranchire i muscoli. Arrivare preparato. Lo farò domani. Anzi, se volete potete iniziare a far girare la voce che qualcuno vuole sfidare il grand’uomo. Organizzare il duello. Così domani avremo più pubblico. Sempre che lui accetti, ovviamente.»
«Credo che si possa fare. E non si preoccupi, sono sicuro che anche lui non vede l’ora di affrontarla di nuovo.»
«Ora riportatemi all’albergo, per favore.»
Roberts batte altri due colpi sulla carrozza, che riparte di gran lena.

La carrozza si ferma di fronte all’albergo (dopo un tragitto nel quale Supermike ha parlato molto meno che all’andata), e Supermike scende senza esitare.
Roberts si sporge e lo richiama un’ultima volta.
« Signor Supermike… »
« Sì? »
«Come vi siete salutati lei e Zagor l’ultima volta che vi siete visti? Da amici o da rivali?»
«…Non saprei.»
Roberts annuisce e chiude la porta della carrozza, che riparte un attimo dopo.
Non appena rientrato in albergo Supermike, dopo aver dato un’occhiata in giro tentando di individuare eventuali agenti di Altrove in incognito incaricati di sorvegliarlo, si precipita verso la pila di giornali accumulata sul tavolino in mezzo all’atrio, tra le poltrone. Rovista fino a trovare una Dime Novel spiegazzata.
«Sapevo di averla vista!»
“Zagor contro l’uomo lupo, di Eddy Rufus”.
Lascia il romanzetto dove l’ha trovato, poi chiede al portiere carta e penna per scrivere un telegramma.
“Mio nome Eddy Rufus, autore serie di libri su Zagor di Darkwood – stop – giunta notizia Zagor scomparso e suo compagno Cico morto tempo fa – stop – prego confermare – stop – grazie”. Come destinatario scrive “Al comando di Forte Pitt, Darkwood”
Si dirige verso la porta per recarsi all’ufficio postale, poi si blocca. Il suo corpo è immobile come una statua, con la lettera stretta tra due dita. Il suo viso è sconvolto da piccoli spasmi, tic delle palpebre, fremiti delle labbra, increspature della fronte.
Ci vuole qualche istante perché la consapevolezza del fatto che non è bravo quanto Zagor a capire se qualcuno lo sta pedinando abbia la meglio sulla volontà di non ammetterlo, ma alla fine il suo viso si rilassa e torna al banco della reception.
«Dovrei spedire un telegramma…»
«Se vuole affidarlo a me, lo farò recapitare all’ufficio postale dal facchino.»
«Non c’è qualcuno di meno… riconoscibile? Capisce, è una cosa…» Supermike fa l’occhiolino con aria complice lasciando intendere una qualche tresca amorosa, spettacolo che da quelle parti hanno già visto più volte. «piuttosto riservata.»
«Oh, certo, certo! La affiderò al garzone che ci procura la frutta fresca al mercato!»
«Splendido. Il prima possibile. È molto urgente, che lo dica al telegrafista. E prometta al ragazzo un’ulteriore ricompensa se rimane li ad aspettare la risposta.»
Supermike sale in camera, si spoglia e inizia a fare esercizi. Dopo un paio d’ore sente bussare alla porta.
Va ad aprire e trova un ragazzino scalzo e vestito di stracci, impolverato dalla testa ai piedi. “Se è questo quello che mandano a prendere la frutta fresca, sarà meglio lavarla prima di mangiarla…” pensa Supermike.
«Ho la sua risposta, signore!»
Supermike prende la lettera che il ragazzino gli porge, gli lancia abbastanza monete da fargli brillare lo sguardo e si chiude la porta alle spalle.
La risposta: “Non possibile confermare – stop – Cico passato a forte Pitt non più tardi di un mese fa – stop – nostro cuoco ricorda bene – stop – Colonnello Perry, forte Pitt”.
Supermike appallottola il telegramma con furia, poi lo butta nel posacenere e gli da fuoco.
«Ancora una cinquantina di flessioni, Magari qualcuna in più.»

FINE DEL CAPITOLO 4

Ci tengo a specificare che l’uso della parola “negri” è unicamente dovuto al fatto che i termini meno offensivi sono stati introdotti molto tempo dopo. Lo stesso Tex nelle sue storie (quelle un po’ più vecchie, almeno) non si faceva scrupoli ad apostrofare come “palla di neve” o “sacco di carbone” qualsiasi nero incontrasse.

Il primo telegramma è stato inviato nel 1844, quindi averlo utilizzato qui è probabilmente un anacronismo. Lo so, non avete bisogno di dirmelo.
Curiosità: anche la bombetta indossata da Supermike durante il primo incontro con Zagor è un’inesattezza storica, infatti fu inventata nel 1860.

L’idea del “duello”, oltre a richiamare ovviamente il primo scontro tra Zagor e Supermike, vuole anche ricordare un episodio storico. Nei primi anni del 1900 la zona dei Five Points era contesa tra due bande criminali con appoggi politici, gli Eastmans di Monk Eastman e la Five Points Gang dell’immigrato italiano Paolo Antonio Vaccarelli, conosciuto come Paul Kelly. Stanchi dei continui scontri sanguinosi tra le due bande, i politici che li appoggiavano dissero loro che nessuno dei due avrebbe più ricevuto protezione politica se la situazione fosse continuata. Ci fu un periodo di calma di un paio di mesi poi la faida riprese, e venne quindi proposto ai due capibanda di affrontarsi in uno scontro di boxe: il vincitore si sarebbe tenuto tutto il territorio conteso. Kelly era stato pugile da giovane ma Eastman era più robusto, quindi dopo oltre due ore lo scontro finì in parità e la guerra continuò.

E ora, a noi. Di seguito le opzioni tra cui scegliere su come far proseguire la storia.

OPZIONE 1: non importa che ad Altrove non gli abbiano detto tutta la verità. Quello che Supermike ha visto è sicuramente Zagor. Gli è stata offerta la possibilità di rifarsi dell’unica sconfitta che ha ricevuto, e null’altro conta. Supermike ci dà dentro con gli esercizi e riposa tutta la notte, per prepararsi al meglio allo scontro. Zagor lo troverà più che pronto!

OPZIONE 2: Supermike non è il burattino di nessuno! Per quanto gli prudano le mani all’idea di misurarsi di nuovo con Zagor, non si lascerà manovrare né da Altrove, né da nessun altro. Quella notte andrà a fare un sopralluogo ai Five Points per conto suo, senza avvisare Jesse e Roberts, per rendersi conto della situazione prima di gettarsi a capofitto nella lotta.

Fate la vostra scelta!

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